Vienna (AT) 17.03.2006


Luogo e data

Vienna (Austria), 17 marzo 2006

Conduttore

Paolo Brusa

Partecipanti

I partecipanti al workshop provengono da: Austria, Spagna, Svezia, Scozia, Inghilterra e Italia.

La lingua del workshop è l’inglese.

Argomento

Il workshop si è tenuto durante il seminario internazionale del progetto CATCH svoltosi a Vienna sul tema dell’importanza della determinante di genere nella lotta alla grave emarginazione sociale.

Il titolo del workshop è stato La determinante di genere nella gestione della relazione di aiuto e nei percorsi di autonomia per donne in difficoltà.

Annotazioni

Il gioco di ruolo è stato preceduto da una relazione di presentazione delle pratiche utilizzate a Torino nei servizi rivolti alle donne in difficoltà.

Sono state sviluppate varie simulazioni: i partecipanti hanno tutti potuto partecipare alle simulazioni nei diversi ruoli.

Il confronto collettivo è avvenuto al termine delle simulazioni, e, dopo una breve pausa, è stato sviluppato un dibattito che ha permesso di definire un quadro condiviso dell’intera esperienza, che è stato presentato durante la sessione plenaria conclusiva del seminario.

Risultati del workshop











È fondamentale per importanza e si delinea come presupposto ad ogni ragionamento il fatto che le figure di riferimento siano operatrici. La presenza maschile deve intervenire unicamente su indicazione specifica della donna.

Il gruppo ha focalizzato la propria attenzione sull’importanza del tema della confidenza, che è stata definita come:

- la conferma di un percorso di emancipazione e di auto-consapevolezza

Il gruppo ha sviluppato alcuni aspetti delle tematiche relative al concetto di confidenza:

  • La confidenza nei confronti delle istituzioni è maggiore quando i percorsi offerti prendono in considerazione l’esperienza della donna come una complessità, in una prospettiva globale della donna senza focalizzarsi su singoli aspetti

  • le operatrici possono ricoprire il ruolo di mediatrici tra i bisogni delle donne e quelli dell’istituzione

Connesso con il tema della confidenza, il gruppo ha approfondito il tema della consapevolezza e dell’autostima.

  • la condizione di grave esclusione sociale tende a causare una marcata diminuzione dell’autostima

  • il passaggio prioritario di ogni servizio rivolto ad un’utenza femminile deve essere il supporto al femminile, in modo da garantire una crescita della consapevolezza e dell’auto-stima della donna

  • la prevenzione dei fallimenti nei percorsi di reinserimento sociale deve considerare i seguenti presupposti:

  • senza un ritorno dell’autostima, ogni percorso è casuale e accidentale; inoltre

  • in caso di fallimento, il servizio (e l’istituzione) non viene messo in discussione, condannando così la donna a sopportare tutto il peso del fallimento

  • la prevenzione del fallimento deve partire da una reale libertà di scelta come elemento costitutivo di ogni percorso, che deve essere costruito a partire dalla consapevolezza della donna

Conseguentemente, il gruppo affronta un tema emerso con estrema nettezza durante le simulazioni.

La questione del tempo viene individuata come tematica centrale per la sua importanza:

  • è fondamentale per la donna l’avere l’opportunità di autogestire la dimensione temporale, e di non essere vittima di richieste di “comportamenti attesi”, che rappresentano unicamente degli obblighi e non delle aperture di significato

  • se la donna non ha questa opportunità, le possibilità che l’esperienza di aiuto si traduca in emancipazione si riducono ad un obbligo e ad una pretesa impersonale



Il gruppo ha condiviso il tema della riservatezza (privacy), che è stata definita come conferma ed attestazione dell'esistenza di diritti. Il gruppo ha sviluppato le riflessioni sul tema sia nella prospettiva della donna che dell'operatrice.

- nella prospettiva della donna, la riservatezza è stata intesa come:

- la garanzia di essere rispettate come esseri individuali portatrici di diritti umani e civili

- il diritto ad essere accolte, ascoltate e aiutate come singole donne rimanendo al contempo nell'anonimato



nella prospettiva dell'operatrice, la riservatezza è stata intesa come:

- avere, percepire e rispondere della responsabilità di sviluppare la prevenzione

- sviluppare strategie di rete e integrazione, anche in funzione preventiva

- ricordare che anche l'intervento di aiuto più onesto è collegata a pratiche di controllo sociale



Nel corso del confronto collettivo, alcuni contributi specifici sono stati condivisi e indicati per la loro importanza:

- a volte, gli sforzi dei professionisti non comportano necessariamente il raggiungimento degli effetti desiderati

- le risorse sono come le fondamenta dell'edificazione dell'intervento di aiuto: a furia di assottigliarsi, c'è il rischio del crollo

- gli sforzi e le intuizioni individuali nella relazione di aiuto devono trovare un loro spazio e una loro dignità all'interno del sistema istituzionale

- se il fallimento viene considerato come parte di un processo, l'intero processo può diventare più attento ai reali bisogni delle donne e può essere più facilmente significato

- gli interventi di aiuto e il prendersi cura delle donne deve svilupparsi in senso individuale, focalizzandosi al perseguimento dei bisogni della singola donna e non al mantenimento di standard sociali

- il vero obiettivo non è offrire soluzioni disponibili, ma supportare la donna in un percorso di cambiamento centrato sul rispetto della dignità delle scelte individuali

- le diverse componenti dei percorsi di reinserimento (alloggiativi, sanitaria, legale…) sono parti di un approccio integrato e olistico. Non devono mai essere considerati risultati o soluzioni.

- sviluppare la relazione di aiuto sulla base di un approccio olistico e integrato non significa mettere a disposizione cose (appartamenti, servizi di supporto…). Significa un processo in cui la donna è presa in considerazione per ciò che è, e supportata ad essere ciò che sceglie di essere

Un ringraziamento a Ulli e Stephan per le fotografie